Madonna di Bitalemi

La Madonna di Bitalemi è venerata presso una cappella votiva, dove pare che un tempo esistesse un’ara destinata al culto di Demetra e Persefone, situata vicino alla foce del fiume Gela. Si tratta di un sito dal grande interesse storico e archeologico, da cui sono emersi migliaia di reperti. In passato, le donne del popolo arrivavano sin qui recando dei recipienti di olio che servivano ad alimentare la fiamma della lucerna.

In realtà, il pellegrinaggio delle donne verso la cappella di Bitalemi conserva ancora oggi delle reminescenze di quello che un tempo era proprio il culto di Demetra. L’antico santuario greco è stato ritrovato durante gli scavi archeologici condotti da Paolo Orsi nel 1901, e parzialmente ripresi da Piero Orlandini dal 1964 al 1967, che fecero emergere i resti della struttura risalente al VII a.C., assieme a degli oggetti ornamentali in segno di offerta alla dea della natura. Ulteriori reperti furono scoperti da Graziella Fiorentini nel 1991. A deporre i vari oggetti erano le donne che partecipavano alle Tesmoforie, delle cerimonie segrete in onore della dea, talvolta nominata Tesmofora (dal greco Tesmophoros, “fornitrice di consuetudini). La tradizione, protratta nei vari secoli, fu interrota bruscamente nel 405 a.C., quando i cartaginesi saccheggiarono la città per conto del duce Imilcone.

La prima chiesetta medievale sulla collina, dedicata alla Madonna di Betlemme, sorse nel 1233, quando a regnare su Gela (al tempo Eraclea) vi era Federico II di Svevia. Il culto della divinità ctonia venne così sostituito con quello di Maria, Vergine Immacolata che dal suo seno immacolato dava il frutto della grazia per la salvezza degli uomini. Maggio, mese dei fiori, venne col tempo consacrato come mese dedicato alla Beata Vergine. Uomini e donne si recavano nella chiesetta e si accostavano all’altare per pregare e chiedere grazie e benedizioni. Le madri portavano in braccio i bambinelli, proprio come raffiguravano le statuette votive delle antiche tradizioni.

Nel 1700, il santuario andò in rovina e quello spazio venne inglobato in una casa rurale vicina; successivamente, fu costruito ai piedi della collina una cappella mariana che sostituì il santuario medievale.

Nell’era odierna, continuano i pellegrinaggi del popolo gelese verso la cappella mariana. La notte del 30 aprile, moltissime persone appartenenti a diverse categorie sociali, da Piazza Calvario si dirigono in processione verso il santuario di Bitalemi, per chiedere protezione e conforto alla Madre Celeste, intonando canti e recitando preghiere e porgendole dei fiori. Nei primi decenni del ‘900, all’interno del luogo fu collocato un quadro realizzato dal pittore Giacomo Furneri, ritraente la Madonna e il bambin Gesù. Nel 2005, l’opera fu rubata e sostituita nell’anno successivo da una nuova versione, realizzata dall’artista Antonio Occhipinti.

Nel 2021, il santuario è stato ristrutturato e dato in custodia alla Diocesi di Piazza Armerina.

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