“Io voglio vivere” di Giacomo Giurato. L’arte di donare

10 October 2020
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Spesso ci si pone il problema di cosa donare al prossimo, sia esso un parente, un amico, un conoscente degno di stima. Ci si fanno regali per le ricorrenze come Natale, compleanni, l’anniversario di matrimonio, o per occasioni speciali come un lieto evento o una notizia da festeggiare.  Se non si tratta di un qualcosa di strettamente materiale, ci si dice che è il pensiero ciò che conta. Poi ci sono i regali di emergenza, come quello della vita. Al primo piano dell’ospedale Vittorio Emanuele di Gela c’è un reparto che, da qualche anno, si occupa proprio di questo:  si tratta del polo di reclutamento donatori di midollo osseo.  Ad averlo istituito è stato Giacomo Giurato, che ha fatto della generosità, propria e altrui, la sua missione di vita.

Attualmente presidente di Adoces Sicilia e del Coro Polifonico Perfetta Letizia”, Jack, come lo chiamano glia amici, viene spesso definito un “giullare”. Sì, perché la prima cosa che si occupa di restituire nell’immediato è il sorriso. Da qualche anno, infatti, va presso i reparti di oncologia con un camice e un naso rosso a infondere gioia nei pazienti ricoverati, o che svolgono il regolare ciclo di chemio.  Una lotta che lo riguarda in prima persona e che lui affronta in modo buffo, prendendola in giro e cercando di tenere lo spirito allegro. Quello stesso nasino rosso lo dona ai pazienti, e talvolta se non indossato è valido anche come pallina anti-stress.

io voglio vivere

Nel suo libro autobiografico, Io voglio vivere, la parola “abbraccio” è forse quella più utilizzata. Poco più di un centinaio di pagine per raccontare la sua lotta, e quella di tanti altri, uniti nella condivisione. Dalla prima diagnosi, all’incontro di nuovi amici, agli incontri con Patch Adams, medico inventore della clown terapia, e con Papa Francesco. Le storie narrate non puntano a descrivere i drammi del malato-guerriero, ma a infondere un messaggio di speranza e di empatia verso il prossimo. Anche quando il tumore è sconfitto, possono restare la depressione e la paura. Io voglio vivere è, appunto, un invito ad abbracciarsi e ad abbracciare la vita. Terminologia ironica, dal momento che l’autore ha iniziato a lavorare alla seconda edizione proprio durante il lockdown, quando il contatto fisico era negato a tutti. Proprio quando il mondo non aveva alcuna pretesa nei nostri riguardi, talvolta ci si è ritrovati a confrontarsi con quel senso di nullità, e il conseguente bisogno di sentirsi utili per gli altri. In quel caso, Adoces, in collaborazione con AIPAMM,si è impegnata nel dare ai pazienti oncologici il supporto psicologico di cui avevano bisogno.

io voglio vivere
Incontro con Patch Adams al Teatro Pirandello di Agrigento, 26 – 02 -2018

L’attuale stesura di Io voglio vivere è edita dal Cesvop e non è destinata alla vendita. In compenso, la troverete nei reparti di oncologia dei maggiori ospedali d’Italia, al reparto di oncoematologia dell’ospedale Garibaldi Nesima di Catania, e durante i banchetti di Adoces, dove possibile lasciare un libero contributo all’associazione, spesso promotrice di eventi artistico-culturali.

Donare il midollo è una scelta che certamente richiede riflessione, ma che non costa nulla e può letteralmente salvare vite, talvolta anche giovanissime poiché il tumore non guarda i dati anagrafici. Ci si reca presso il centro trasfusionale per un primo colloquio con il medico specializzato, dopodiché ci si sottopone a un primo prelievo per essere tipicizzati e inseriti nel registro dei donatori universali. Potranno passare anni prima che il proprio midollo risulti compatibile per un trapianto, proprio per questo è necessario raggiungere quanti più donatori possibili. Nell’attesa, basta donarsi un abbraccio o semplicemente un sorriso e ridare all’atmosfera un senso di serenità e appartenenza. Insomma, basta esserci.

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