VITA DI SAN FRANCESCO DI PAOLA U Santu Patri

3 August 2018
feste e tradizioni

I genitori, ormai avanti negli anni, avendo perso la speranza di avere un figlio, avevano fatto voto di chiamarlo Francesco in onore del Poverello di Assisi. Nato il piccolo a Paola il 27 marzo 1416, a lui fu subito consacrato e all’età di 12 anni lo collocarono presso i Minori di San Marco Argentano, perché vestisse il saio francescano per un anno.

Qui cominciarono i sorprendenti casi di bilocazione che gli consentivano di servire la messa in chiesa e contemporaneamente di apparecchiare la tavola in refettorio. Scaduto l’anno votivo, Francesco, dopo una serie di pellegrinaggi, si ritirò in luoghi solitari per vivere da eremita, cibandosi solo di erbe crude; lì fu raggiunto da alcuni compaesani che si unirono a lui attratti dal suo stile di vita.

Nel 1493 papa Alessandro VI diede loro il nome di Ordine dei Minimi, cioè di coloro che per scelta stanno con gli ultimi, con gli emarginati di ogni tipo. Nel 1450 anche il padre del santo, rimasto vedovo, andò a vivere con loro.
Il regime di austerità da essi seguito si concretizzò poi nel quarto voto di “quaresima perpetua”, che esclude dai cibi la carne, le uova, i formaggi e i latticini, salvo in caso di malattia o su ordine del medico.

Si diffuse anche la fama di taumaturgo del santo, che guariva malati di ogni genere e difendeva gli oppressi, minacciando castighi ai potenti. Famoso è l’episodio di quando, dovendosi recare in Sicilia per fondarvi un convento, al momento di passare lo stretto, essendosi un barcaiolo rifiutato di traghettarlo, egli stese il proprio mantello sulle acque, ne legò l’estremità al suo bastone e veleggiò fino a Messina, tra lo stupore generale.
Mandato dal Papa in Francia per delicati incarichi presso la corte di Luigi XI e del suo successore Carlo VIII, si spense il 2 aprile 1507 a Plessis-les-Tours.

Fu canonizzato nel 1519 da Leone X il 27 marzo 1943 Pio XII, con il Breve “Quod Sanctorum Patronatus” lo proclama “Celeste Patrono della gente di Mare”. Il 22 giugno 1962 Papa Giovanni XXIII lo ha proclamato “Celeste Patrono della Calabria”. È stato patrono principale insieme alla Vergine Immacolata del Regno delle Due Sicilie.

LA CHIESA DI SAN FRANCESCO DI PAOLA A GELA

La chiesa di San Francesco di Paola (denominata do’ Santu Patri) e l’attiguo convento furono edificati nel 1738 dall’Ordine dei Padri Minimi di San Francesco di Paola. I Padri Minimi lasciarono definitivamente la chiesa e l’annesso convento nel 1809. Dello stile originario del tardo barocco siciliano della chiesa rimane solamente la facciata con l’ingresso, mentre l’interno ha tutte le caratteristiche dello stile ottocentesco.

La torre campanaria, edificata posteriormente alla facciata, possiede una cella campanaria con due campane di diverse dimensioni sulla cui superficie si trovano in rilievo delle decorazioni e delle scritte. La cantoria, accessibile solo dal primo piano dell’attiguo ex convento, possiede una grata lignea sulla balconata e un tondo sulla parete corrispondente al rosone della facciata; essa era fruibile per le funzioni religiose dai Padri Minimi e poi dalle Figlie di Sant’Anna, queste ultime presenti nel convento fino agli anni Sessanta. Il convento di epoca settecentesca, denominato un tempo anche Badiella nel corso della sua storia, oltre ai P. Minimi e all’orfanotrofio femminile “Regina Margherita”, ha ospitato un asilo infantile, diverse scuole pubbliche e, attualmente, è sede della Piccola Casa della Misericordia che si occupa dei poveri del territorio attraverso vari servizi di volontariato quali centro d’ascolto, mensa, poliambulatorio e dormitorio. 

La festa di S. Francesco di Paola, fino agli anni ‘60, si celebrava ogni terza domenica di maggio (poichè la memoria liturgica del 2 aprile cade solitamente nel tempo quaresimale): la statua del Santo era portata in processione a spalla per le vie della città fino al pontile sbarcatoio, dove si procedeva alla cosiddetta Varchiata, un breve giro nel Golfo di Gela per la benedizione del mare. La devozione a S. Francesco di Paola era molto forte ed attestata dal Tonson d’Oro (ancora conservato), collare della massima onorificenza che la famiglia borbonica concedeva alle statue ritenute miracolose.

Era molto sentita anche la devozione a San Nicola da Mira o Bari, a cui i bambini gelesi portavano i loro denti da latte, gettandoli nel barile posto ai piedi della statua, dicendo: “San Nicola vola vola vola, iu ti dugnu u vecchiu e tu mi duni u novu”. All’inizio del secolo scorso si è sviluppata la devozione a Sant’Anna a cui le partorienti si affidavano portando “l’anello di Sant’Anna”, una particolare fede che le donne gelesi portavano nei mesi di gestazione e poi riportavano insieme ai neonati.

La chiesa di San Francesco di Paola, interessata già dal 1979 da diversi restauri, nel maggio del 1987 fu chiusa a causa del cedimento di parte del pavimento. La chiesa, proprietà del F.E.C. è stata riaperta al culto l’8 dicembre del 2016 in occasione del VII centenario della morte del Santo paolano, ed oggi è sede del Centro Nazionale di Spiritualità della Misericordia.

Dal 23 aprile 2017 la chiesa è sede dell’Adorazione Eucaristica perpetua cittadina. La chiesa e l’altare sono stati dedicati il 22 ottobre 2017 da S. E. Mons. Rosario Gisana; in quell’occasione sono state inserite nell’altare le reliquie di San Giovanni Paolo II, di San Francesco di Paola, di Santa Faustina Kowalska e del Beato Giuseppe Puglisi. Dal 8 aprile 2018 la chiesa ha assunto la nuova denominazione in “Chiesa della Divina Misericordia in San Francesco di Paola”.

Fonte Articolo. (Don Pasqualino di Dio, Rettore)

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