Teatro Eschilo

21 mai 2018
cinema e teatro

I lavori di ristrutturazione avviati nel 2000, interrotti e ripresi più volte, ci hanno restituito oggi il più antico teatro della città di Gela, piccolo gioiello architettonico originario dell’ottocento. Il Teatro Eschilo è stato inaugurato e riaperto solo il 23 febbraio del 2013 dopo un periodo di chiusura quasi ventennale.
L’obiettivo degli ultimi progetti di restauro è stato quello di recuperare l’orditura lignea delle coperture e la facciata originaria. Il prospetto esterno è in stile neoclassico, presenta il frontone, un cornicione rosa con tre finestre e sotto queste ultime, tre porte ad archi a tutto sesto che ne danno l’accesso.
L’interno ospita un ambiente raccolto ma elegante, una sala rettangolare con 300 posti a sedere; due scale laterali che portano ai palchi superiori (15 posti per piano) e alla galleria.
E’ presente inoltre, tra la platea ed il proscenio, la fossa d’orchestra, una scena ampia con botola, un ‘acustica efficiente e un impianto di climatizzazione.
Il teatro fu costruito nel 1832 dapprima con il nome di “Teatro Maria Teresa “e poi “Teatro Comunale Garibaldi”, grazie ai finanziamenti dei più facoltosi della città insieme con l’amministrazione comunale che scelsero piazza Sant’Agostino, una delle piazze più affascinanti di Gela, come area di edificazione dove un tempo sorgeva la Chiesa di San Giovanni di Dio.
Nella sua prima versione l’interno del teatro era decorato in oro zecchino, con stucchi e tende in velluto. La sala interna era a ferro di cavallo con tre file di palchi (compresi quelli al piano rialzato). Nei primi decenni del Novecento iniziarono a cedere le pareti e per questo il Comune decise di abbattere e ricostruire la struttura esterna intorno agli anni venti e la sala interna intorno al 1930. Tuttavia, forse per mancanza di fondi, il teatro perse molte delle sue finiture interne per cui la sala si presentava molto spartana ed essenziale: pareti bianche, pilastri a vista, pavimento in cemento, sedie di legno. Si mantenne la tipica forma a ferro di cavallo della sala che aveva un’ampia platea e due piccoli palchetti a piano terra, un’unica “balconata” senza divisioni al primo piano e una galleria al secondo. Oltre all’aspetto estetico, il teatro non brillava per quello funzionale: mancava di una fossa orchestrale, l’acustica era pessima, ed i pochi camerini erano precarie strutture lignee che si estendevano in altezza alle spalle della scena che in compenso era di grandi dimensioni, così come i posti a sedere aumentati a 600.
La struttura negli anni cadde in un lento degrado. Le precarie condizioni del tetto a cause delle infiltrazioni d’acqua, le scarse condizioni igieniche e di sicurezza, il poco senso civico di alcuni frequentatori e la mancanza di migliorie da parte del Comune portarono alla sua definitiva chiusura per inagibilità nella seconda metà degli anni settanta. Nel teatro avevano luogo eventi di ogni genere e gusto: opere, balletti, convegni, comizi e dibattiti, concerti, sfilate, proiezioni e spettacoli per le scuole. Purtroppo però negli ultimi anni, prima della sua chiusura ospitava anche proiezioni a luci rosse, spettacoli di spogliarello e pugilato. Prima della sua definitiva chiusura si ricordano le più importanti rappresentazioni teatrali portate in scene da una compagnia di Gela i “Roccaverdina” guidati dalla regìa di Biagio Pardo, che raccolsero un folto pubblico: “Scuru” di Nino Martoglio, “Pensaci Giacomino”di Pirandello e “Gatta ci cova “di Russo Giusti. Durante i lavori di restauro del 2010 per la realizzazione di una scala d’emergenza esterna sono stati portati alla luce i ruderi di edifici religiosi e numerosi reperti ceramici del 1300 esposti al Museo Archeologico.

Indirizzo: piazza Sant’Agostino, 34
Orari visita: dalle 17 alle 20
Costo: ingresso libero
Per info: 0933 911892

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