“A tu per tu” con Walter Piva

5 mai 2018
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Comico, sognatore, amante, malinconico, ironico, testardo. Chi è Walter Piva? Basta ascoltare le sue canzoni per capirlo, per conoscere questo giovane cantautore gelese, un poeta mai invadente, contemporaneo nella melodia, eterno in una manciata di parole che diventano di tutti. Scrivere, in fondo, vuol dire proprio questo: donare una parte di sé stessi a un destinatario sconosciuto, senza sapere che fine farà. Quella di oggi non è una semplice intervista, è il racconto a tratti divertente di un amico, andato via dalla sua amata Sicilia alcuni anni fa per studiare e per far crescere e maturare una passione, quella per la musica, che lo ha portato a comporre due cd, “Esteso a un tempo finito” e “Due” e ad aggiudicarsi inoltre diversi premi e riconoscimenti.
Piccoli grandi sogni che si realizzano, insomma, di cui vale la pena parlare.
Walter Piva, giovane cantautore gelese che un giorno va via da casa, valigia di canzoni in mano e parte per costruire il proprio futuro. Ad oggi, due cd per te, ce ne parli?
“Il progetto “Esteso ad un tempo finito” nasce tra il 2006 e il 2007 sottoforma di un racconto breve che ispira un’ideale trilogia di concept-album alla vecchia maniera. La storia narra il percorso interiore che compie il mio alter-ego in tre fasi ideali: l’incapacità di raggiungere il sogno, il conflitto interiore e la pace. Nel 2007 ho inciso a Bologna i primi due singoli, tra cui “Flussi d’incoscienza”, particolarmente fortunato su Youtube e sull’ormai defunto Myspace. Da lì, nacque il primo album, il primo capitolo, rilasciato nel 2008, che mi portò l’anno seguente tra le proposte di Musicultura, probabilmente il festival più prestigioso per cantautori che abbiamo oggi in Italia, dopo il Premio Tenco. Fu la spinta per proseguire insomma. Nel 2012, infatti, a distanza di quattro anni, uscì il secondo capitolo: Due”.
Qual è la canzone che hai scritto a cui sei più legato e perché?
“È una canzone che non ho ancora avuto il coraggio di incidere. Si intitola “Libero”, rappresenta una sintesi del mio canto popolare, ma allo stesso tempo riflessivo e tendenzialmente autobiografico. È un brano che ho sempre lasciato nel cassetto, come quel paio di scarpe che hai paura di indossare per non rovinarle, ma proprio in questi giorni sta prendendo nuova forma…sperando che abbia presto una sua vita”.
Fra i brani che hai scritto e cantato, ce n’è anche uno che parla della Sicilia vista con gli occhi di chi vive lontano, “Gira vota e furrìa”…
“Sì, è un brano che rappresenta tutte quelle persone che, lasciata la propria terra, si accorgono cosa hanno perso a posteriori e con un po’ di triste ironia, mio marchio di fabbrica, guardano indietro, ma con l’occhio fermo sul presente. Il video su Youtube ha coinvolto centinaia di siciliani da tutto il mondo che, con il loro cellulare, hanno trasmesso il loro video-contributo. Progetto completamente auto-finanziato, ad oggi il mio brano più ascoltato su Spotify e, inoltre, quello che ha fatto vendere un sacco di brioche con la granita questa estate, anche se non sono in grado di provarlo”.
Ad oggi diversi premi per te…
“Il tema del conflitto interiore, sviluppato con “Due”, è stato prevalentemente rappresentato da “Il comico”, brano che racconta il rapporto con l’essere artista, il sorriso per far ridere il pubblico e la lacrima a luci spente quandolo stesso pubblico ride di te. Questa canzone nel giro di un anno ha portato a casa il Premio “Alex Baroni” durante il “Festival dell’Adriatico” nelle Marche, il Premio alla memoria di Lucio Dalla a Bologna, la targa “MillEunanota” durante il Festival “Cantautori d’Italia” in Piemonte e il Premio “Angelo Benvenuto” al Festival “Sottotoni” in Veneto”.
Di recente a Roma, per quale motivo?
“A Roma ho appena ricevuto la “Targa d’Autore controcorrente” per l’album “Due”, un riconoscimento prestigioso che mi ha portato sul palco della capitale con l’amico gelese Giuseppe Mongi, batterista di tutti i brani dell’album. Per l’occasione, abbiamo presentato una versione acustica di “Gira, vota e furrìa” portando lì un po’ della nostra Sicilia con sincero coinvolgimento e divertimento del pubblico presente. La ciliegina sulla torta al percorso fatto in questi anni”.
Che cosa bolle in pentola per Walter Piva adesso?
“Finalmente abbiamo cominciato a registrare i pezzi nuovi per il capitolo finale di “Esteso ad un tempo finito”, ci vorrà ancora molto tempo per la pubblicazione dell’album, anche se entro la metà del 2015 contiamo di rilasciare un primo singolo/videoclip. Il progetto coinvolgerà moltissimi musicisti conosciuti negli anni e soprattutto chiuderà un percorso praticamente decennale. Non sarà facile e nonostante mi dicano che ormai sono un autore “navigato”, per via dei miei quasi trent’anni, provo ancora tutta l’emozione e la preoccupazione della prima volta quando entro in studio”.
Sogno nel cassetto di un piccolo grande cantautore?
“I sogni nel cassetto per fortuna con gli anni cambiano, mutano, si evolvono. Di questi tempi, con l’industria televisiva che ha monopolizzato il settore, l’unico augurio sincero che posso farmi è quello di continuare a fare musica come e quando mi piace, allargando il più possibile il bacino di possibili ascoltatori. È la sfida più bella, ma anche la più difficile”.
Il consiglio più bello che tu abbia ricevuto e la critica più costruttiva?
“Ehm…cioè…boh…è una certa ora e alla nona domanda di fila non riesco più a trovare la concentrazione per dare una risposta che continui a rendermi credibile come ho cercato di fare fino ad ora, chiedo scusa”.

Fonte Articolo: accentonews.it

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