L’età dell’oro di Ghela

6 septiembre 2016
gela antica

Tra la fine del VI e gli inizi del V sec. a.C. la polis di Gela visse una fase di grande crescita economica. Tale periodo è contraddistinto dalla tirannide, interpretata da molti storici come un momento positivo per diverse poleis siceliote di quel periodo. Le notizie sul primo tiranno, Cleandro, sono frammentarie e spesso confuse: Erodoto ci dice che fu vittima del gheloo Sabello il quale probabilmente era desideroso di scacciare la tirannide da Gela. Il primo trentennio del V sec. a.C. è il periodo di massimo splendore politico e culturale, sotto i governi di Ippocrate e Gelone, Erodoto così scrive: … di queste città che ho nominato nessuna, tranne Siracusa, riuscì a sfuggire la servitù per opera di Ippocrate. I Siracusani, sconfitti in battaglia sul fiume Eloro, furono salvati dai Corinzi e dai Corciresi, concludendo un accordo e consegnando ad Ippocrate la città di Kamarina. È questo il periodo della coniazione dei didrammi, le monete d’argento con la raffigurazione del dio Ghelos in forma di toro antropomorfo sul dritto e il cavaliere al galoppo sul rovescio.

Vaso attico a figure rosse con scene di amazzomachia e centauromachia V sec. a.C.

LE PRODUZIONI ARTISTICHE

È in tale periodo che sono assegnabili i molti reperti fittili di grande pregio ed assoluta bellezza oggi custoditi ed esposti all’interno del Museo Archeologico Regionale di Gela: il gusto arcaizzante ed il nuovo stile “severo” si fondono nella produzione delle terrecotte gheloe, capolavori d’arte che testimoniano l’alto livello raggiunto dagli artigiani di Gela. Nel contempo, la coroplastica e la produzione di terracotte architettoniche destinate a proteggere e a decorare i tetti degli edifici di culto, affermatesi a Gela in virtù dell’elevato livello tecnico e artistico dei suoi artefici, venivano esportate anche in Grecia.

Testa fittile di cavallo V sec. s.C.

I DINOMENIDI E LA GRAN BATTAGLIA DI HIMERA

Nel 485 a.C. Gelone, con grande abilità, approfittando della situazione politica di Siracusa, riuscì ad impadronirsi del potere instaurando una Tirannide ed unendo il governo delle due città, affidando Gela al fratello Ierone. Tale decisione diede certamente inizio al declino dell’egemonia gheloa in Sicilia.

Il 480 a.C. fu l’anno della grande Battaglia di Himera: mentre i greci ad occidente si scontravano con il potente nemico persiano, in Sicilia nello stesso anno le città siceliote affrontavano la potente Repubblica di Cartagine. Lo scontro si ebbe ad Himera, dove grazie ad uno stratagemma di Gelone le truppe siceliote ebbero la meglio sul potente esercito cartaginese guidato da Amilcare. La vittoria venne celebrata con la costruzione di numerosi templi nelle varie poleis siceliote alleate di Siracusa. Anche a Gela venne innalzato un nuovo tempio, l’Athenaion, con sacelli decorati, sui lati lunghi e sul tetto, da antefisse a maschera gorgonica o silenica. Gli stessi edifici erano sormontati da gruppi equestri che raffiguravano i Dioscuri. Di uno di questi gruppi, faceva parte la testa policroma di cavallo dai grandi occhi quasi umani e dalla pesante criniera a trecce parallele che scendono ai lati del collo e sulla fronte, esposta al Museo Archeologico Regionale di Gela.

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