Santuario di Bitalemi ristrutturato. Tutte le celebrazioni di maggio.

Nella tradizione gelese, il mese di maggio è dedicato alla Vergine Maria e quest’anno vede delle novità. Oltre alle celebrazioni eucaristiche nelle varie chiese, è consuetudine per i fedeli recarsi al santuario della Madonna di Bitalemi per pregare e mostrare la loro devozione. Dopo a essere stato per alcuni anni in stato di abbandono, la cappella  e il piazzale antistante sono stati finalmente restaurati e restituiti alla città.

Il tutto è partito da un accordo, stipulato lo scorso ottobre, tra il Parco Archeologico regionale di Gela diretto da Luigi Maria Gattuso e la Diocesi di Piazza Armerina, per la gestione della cappella mariana. La cappella, insieme ai terreni, sono stati acquisiti dalla Soprintendenza di Caltanissetta dalle famiglie Di Fede – Lo Monaco nel 2002 e integrate nell’area demaniale del Parco Archeologico regionale di Gela.

Adesso, referente per Bitalemi è don Lino Di Dio, vicario foraneo di Gela, che ha annunciato le iniziative previste per il mese nel medesimo luogo. Una parte di queste, vedono ogni giorno alle ore 17.30 la recita del rosario in comunione spirituale con papa Francesco e i fedeli nel resto del mondo. Il 12 maggio, invece, ricorre la vigilia di Nostra Signora di Fatima, che sarà celebrata a partire dalle ore 19.00. Il 31 maggio, la celebrazione per la fine del mese mariano sarà presieduta dal Vescovo della diocesi di Piazza Armerina, Mons. Gaetano Gisana, sempre alle ore 19.00

Nel frattempo, presso la parrocchia di Sant’Agostino,  sono iniziate le celebrazioni in memoria di San Giuseppe Lavoratore. Da giovedì 6 maggio a sabato 8 maggio, prevista la celebrazione alle ore 8.30, mentre dalle ore 18.00 si susseguiranno lo stellario in onore di San Giuseppe e la celebrazione con riflessione omiletica. Alle ore 20.00 di sabato 8 maggio, la celebrazione con benedizione di tutte le mamme. Domenica 9 maggio, giorno della festa di San Giuseppe, le celebrazioni saranno alle ore 9.00 e 11.00. Alle ore 12.00 vi sarà la supplica in onore del Santo. I festeggiamenti riprenderanno alle ore 17.30, con la catechesi  sulla paternità, dettata da padre Angelo Catapano, Direttore del centro studi “San Giuseppe”. Seguiranno lo stellario e la celebrazione presieduta dal novello presbitero don Daniele Nocca.

 

I vostri Commenti su “Santuario di Bitalemi ristrutturato. Tutte le celebrazioni di maggio.

  1. rocco
    11 Maggio 2021
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    CONTRADA “BITALEMI”
    Una collinetta di modica altezza ed estensione, ammantata di verde, incoronata da un bel cascinale e lambita nelle sue falde occidentali dal fiume Gela, poco prima che questo versasse le sue acque nel vicino mare: questa era la contrada.
    La mano industre dell’uomo, in tempi recenti – a seguito del rinvenimento del petrolio nella zona – ne ha modificato sensibilmente le sembianze, ma ricordi antichi e recenti ne fanno rivivere, come in un meraviglioso arazzo, la passata bellezza intessuta di silenzi, colori, fragranze.
    Ed anche la sacralità.
    Questa è riflessa ancora nel suo nome “Bitalemi” (corruzione volgare di Bethlem), ma ha origini molto più lontane di quanto il toponimo farebbe pensare.
    Era venerato come dio benefico il fiume, per l’abbondanza delle sue acque, con le quali fecondava i campi della “Piana”, i fiorenti “Campi geloi”, e feste si celebravano in suo onore.
    Sacri erano considerati i luoghi della riva marina sulla quale prospetta la collinetta, perché, all’approdo degli “ecisti” (=fondatori) della città, ne ospitarono gli dei patri.. Erano, quegli dei, gli idoli con i quali essi, gli ecisti, dopo il responso favorevole dell’oracolo, avevano percosso le vie del mare in cerca di una nuova patria: gli idoli che poi avrebbero traslato entro le mura della nuova città.
    E un santuario incoronava la collinetta, dedicato alle dee della fertilità dei campi. Demetra e Kore. Era un santuario campestre, fasciato di silenzio e circondato da piante e zolle erbose; ma era meta di devoti pellegrinaggi dei Geloi, perché l’attività precipua di questi, la fonte della loro vita, era l’agricoltura, l’attività alla quale presiedevano le due dee. Fra i pellegrini erano numerose le donne, in particolare le donne sposate, perché quelle dee erano anche promotrici e protettrici della maternità: erano dette, infatti, “nutrici dei bambini” (Curotrofe). E quelle pie donne cercarono di rendersele propizie con le loro offerte votive. Fra le quali sovente erano graziose figurine muliebri di terracotta, recanti amorevolmente alle spalle pargoletti…
    La tradizione, assai suggestiva, ebbe vita secolare.
    Intervenne ad interromperla bruscamente il sacco, della città e del territorio, di un duce cartaginese. Imilicone (405 a.C.). e sulla collinetta fu l’abbandono. Le zolle erbose si estesero sulle rovine del santuario dirupo, quasi a proteggerle dalle ingiurie del tempo ed a prepararne, nel silenzio arcano diffuso nella plaga, la rinascita.
    E la rinascita avvenne, ma nel segno di altra e più alta fede.
    Parecchi secoli dopo, in un tempo che la lontananza avvolge di spesse nubi ma che lo storico colloca nel romantico Medioevo, su quelle rovine la pietà dei fedeli innalzò una chiesetta, povera e romita, e la dedicò alla Beata Vergine, aggiungendo al santo nome di lei – Maria – l’attributo che ricordava la divina sua maternità. “di Bethlem”.
    Si riprendeva cosi l’antica tradizione, ma trasfigurata, spiritualizzata, elevata ai valori eccelsi del cielo. Al culto di Demetra, dea della terra (“ctonia”) e che dava all’uomo il frutto della terra, succedeva il culto di Maria che dava, dal suo seno immacolato, il frutto della Grazia per la salvezza degli uomini.
    Nel mese di maggio, il mese dei fiori consacrato a Maria, la chiesetta vedeva generazioni di uomini e di donne (queste con i bambinelli sulle spalle come le ricordate figurine di terracotta del lontano passato) accostarsi all’altare disadorno per invocare grazie, benedizioni sulle loro campagne e sui loro figli. Ed anche nella notte del 15 Agosto le vedeva venire, al pallido raggio della luna, nel suo sacro recinto , per levare preghiere e canti di glorificazione alla Madre Celeste. Era un’usanza che germinava dal cuore devoto dei Terranovesi, e tenace durava nel tempo:quando alla fine del ‘700 il caro tempietto andò – per vetustà – in rovina e l’area sua venne inglobata in una casa rurale vicina, quella usanza non fu dismessa: a sostituire il tempietto venne innalzato ai piedi dell’ameno colle un tabernacolo con l’immagine della Madonna.

    Fonte: Virgilio Argento

    (Ndr) Oggi nel mese mariano (Maggio) continua il pellegrinaggio del popolo gelese, e preghiere e suppliche alla Madonna non cessano come non cessano i problemi quotidiani della vita. Il mese mariano a Gela si apre all’insegna di un grande pellegrinaggio (parecchie migliaia di persone e decine e decine di persone diversamenti abili) che prende forma e vita a Piazza Calvario, verso le ore 23,00 della sera del 30 aprile, per dirigersi in processione, attraverso la via Circonvallazione, via Generale Cascino, la via di accesso allo stabilimento petrolchimico per arrivare alle ore 00,00 del 1° Maggio all’ingresso della piccolissima cappella, tra canti e preghiere in onore della Beata Vergine Maria di Bethlem, dove in uno slancio di fede il pellegrino chiede alla sua mamma celeste protezione e conforto.

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