Una terra nova

6 Settembre 2016
gela antica

LO STUPOR MUNDI FEDERICO II E LA FONDAZIONE DI ERACLEA

Così scriveva “lo Iudice” Guido delle Colonne: “Onde si disse che Ercole per ricordanza della sua memoria ficcò le colonne in una parte di Cicilia, cioè dalla parte di Barberia; il quale luogo ancora si chiama Colonnario e quella terra ch’era ivi per addietro si chiamava Erculea, ma corrotto il nome la chiamavano Eraclia […] Ed in quella terra Federico II, prencipe della Repubblica dei Romani e Re di Cicilia, fece edificare una Terra, considerando che il luogo era utile agli abitatori per lo suo sito […]e chiamarsi Terranuova”

Illustrazione di Madè (estratto dal libro Federico II di Svevia tra mito e realtà 1996)

Dalle parole di Guido delle Colonne, giudice di Messina, vissuto alla corte di Federico II, è possibile ricavare molte notizie e dati interessanti. Possiamo affermare con certezza delle fonti che il territorio, prima dell’edificazione di Eraclea ad opera di Federico II, fosse disabitato e che il nome utilizzato per identificare l’area fosse quello di “Colonnario” dove, secondo lo stesso Guido, vi era l’antica Eraclia (…ma corrotto il nome la chiamavano Eraclia). Il ricordo dell’antica Ghela si era dunque perduto. L’Imperatore Federico II aveva maturato l’idea di fondare lì una nuova città tra la fine degli anni Venti e l’inizio dei Trenta del XIII secolo, quando si era reso conto che non avrebbe potuto restituire all’agricoltura la fertile pianura, senza dar vita ad una città; perciò dopo aver assicurato il mare dalla pirateria saracena stipulando un trattato commerciale con l’emiro di Tunisi, nel 1233 prese a controllare personalmente la realizzazione del suo piano, come ci suggerisce una sua lettera del Dicembre 1233 indirizzata da Butera a papa Gregorio IX. Un documento del 1249 ci informa inoltre che a soprintendere ai lavori di Terranova nei primi sei anni fu Matteo Marchiafava, secreto di Sicilia il quale trasferì coattivamente nella nuova città non solo coloni provenienti dall’isola ma anche dal resto dei domini di Federico II. Ad ognuno, “alla maniera dei greci”, venne assegnato un lotto di terreno per coltivare la terra ed un lotto all’interno delle mura per costruirvi un’abitazione.

Mura di fortificazione XII-XVI

UNA GRANDE CITTÀ

La città ebbe da subito un ruolo fondamentale all’interno dell’Isola, comprovato da una rapida crescita demografica che alle soglie del XIV sec faceva sì che Terranova raggiungesse la soglia dei 10.000 abitanti, divenendo per popolazione la terza città siciliana. Il nucleo più consistente e rappresentativo di rinvenimenti legati a questo periodo di straordinaria crescita, è stato recuperato nei pozzi individuati nell’area dell’attuale Piazza San Giacomo: comprende oggetti in ferro e vetro, monete ed un’ampia gamma di manufatti ceramici (Proto-maiolica Tipo Gela) che ben documentano l’attività artigianale di quel periodo. Tali reperti, di straordinaria bellezza, sono oggi custoditi all’interno del Museo Archeologico Regionale di Gela

Illustrazione di Madè (estratto dal libro Federico II di Svevia tra mito e realtà 1996)

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