5 domande per “Miglioriamo la città”: Luca Maganuco, il kartodromo e i cambiamenti socio-culturali

4 Aprile 2022
notizie

Gela Le Radici del Futuro ha lanciato il concorso Miglioriamo la città, fino al 31 maggio 2022 tutti i gelesi possono partecipare al concorso a premi proponendo idee concrete per migliorare la città di Gela.

Stavolta, abbiamo avuto l’onore di parlare con il giornalista Luca Maganuco, che ci ha parlato del suo impegno non professionale e sociale per migliorare l’immagine del territorio. Dopo una collaborazione quasi ventennale con il Giornale di Sicilia, Gianluca, detto Luca, è diventato anche editore fondando il Quotidiano di Gela e la prima web tv del territorio, Telegela, oggi visibile anche sul digitale terrestre al canale 647.

Luca, parlaci un po’ più di te e delle tue attività per il territorio.

Oltre ad essere iscritto all’albo dei pubblicisti dal 2004, sono anche agente di commercio. Ho lavorato per 20 anni con la società Publikompass e, tra le tante, cerco di fare diventare lavoro la mia passione per i motori. Col mio socio Fabrizio Parisi abbiamo diversificato il nostro impegno commerciale investendo nella gestione di un kartodromo grazie all’aggiudicazione di un bando pubblico. La stessa struttura provinciale che ho gestito dal 2004 al 2008 in qualità di presidente di una associazione sportiva. Oggi inizio colmando 8 anni di abbandono e azioni vandaliche. Una disattenzione quantificabile in circa 150 mila euro e tante occasioni sprecate per talenti locali.

Qual è la priorità per migliorare la vita dei gelesi?

Il gelese medio deve essere alfabetizzato alla cultura della normalità e al rispetto del bene pubblico. A Gela tutto sembra possibile ma bisogna ripristinare i ruoli (competenze) e il rapporto con le istituzioni. La politica e la giustizia in primis devono essere chiamati a garantire il rispetto delle regole e dei servizi. È un ostacolo alla crescita assecondare logiche clientelari. Serve un dialogo costruttivo con chi occupa posti di potere.

Qual è la priorità per migliorare la fruizione della città per chi la visita?

Immagino l’autostrada Gela-Siracusa attiva con uno svincolo sicuro verso l’aeroporto di Comiso. Il porto che garantisce collegamenti continui con le isole a sud e punto di attracco sicuro. Tratte ferroviarie veloci e l’utilizzo dei binari a nord della periferia urbana come una sorte di metropolitana. Penso alle stazioni in disuso (Dirillo, raffineria, Manfria, Comunelli) e ai caselli già dislocati in aree strategiche utilizzate come sedi di punti di ristoro per podisti, ciclisti e famiglie non più costrette a ricorrere all’auto privata. Collegamenti delle tre riserve naturali (Biviere, Comunelli, sughereta), dei siti di osservazione, come la florida piana di Gela che oltre all’economia dei carciofi é capace di richiamare studiosi e curiosi per il transito delle cicogne e i nidi sui tralicci dell’energia elettrica.

In cosa Gela è migliorata negli ultimi anni?

Di certo c’è la consapevolezza di aver scoperto le potenzialità del territorio. Ci sarebbero tante cose su cui lavorare, a partire da un mix di percorsi tra siti di interesse archeologico, arte marinara e contadina, siti di interesse bellico, chiese, santi, motori (tappa del giro di Sicilia Targa Florio). E anche, sull’esaltazione delle feste patronali e utilizzo della villa Garibaldi mai più soffocata dal degrado ma capace di seguire il suo andamento naturale che dal centro storico sfocia sul lungomare e nel mega parco che ospita le Mura Timoleontee.

Cos’altro speri che si possa fare per la città?

Se investi a Gela devi osservare tutti gli stakeholder cercando di comprendere se esistono le condizioni per eventuali collaborazioni. Tra tutti vedo un grande potenziale nella Raffineria, oggi impegnata in una trasformazione sostenibile dentro un più ampio colosso energetico. Il presente, non più il futuro, è l’utilizzo di nuove energie sostenibili. Vedo la pista provinciale che mi onoro di gestire come sede laboratorio di intelligenze supportate da università e laboratori Eni con approfondimenti giornalistici nelle testate che mi onoro di dirigere. Non è un sogno ma le basi di un nuovo progetto.

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