La Torre di Manfria | Gela le radici del Futuro

Manfria: storia e natura da proteggere

28 Novembre 2018
notizie

Il territorio gelese era una meta “classica” dei naturalisti dell’800 per le sue peculiarità botaniche, zoologiche e paesaggistiche. Le dune di Gela destavano meraviglia non solo per le eccezionali dimensioni, ma anche per la bellezza del loro manto vegetale, dominio incontrastato della ginestra bianca e di numerose altre piante rare. Con l’andar del tempo di tanta bellezza si è quasi perso il ricordo, offuscato da drammatiche vicende umane che, nel secolo scorso hanno segnato la città di Gela in modo particolare: l’emigrazione, la guerra, il sogno “industriale”.

Ciò che si offre allo sguardo di un naturalista contemporaneo sono pochi frammenti superstiti di un’antica magnificenza. Uno di questi è il complesso costituito da Monte Lungo – Poggio Arena –  Manfria, attualmente tutelato come  Sito d’Importanza Comunitaria che, per essere tale non soltanto sulla carta, deve prima di tutto diventare un motivo d’orgoglio per la comunità gelese.

Nel territorio di Gela sono dunque presenti estensioni ove è possibile ammirare le tracce di beni ambientali di grande interesse scientifico e di pregio estetico e paesaggistico. Una di queste aree è il sito NATURA 2000 “Torre Manfria” che comprende una significativa varietà di habitat litoranei. Ubicata pochi km a Nord-Ovest di Gela, il 2 gennaio del 1987 a firma dell’Assessore Regionale della Cultura e del Patrimonio Naturalistico, l’area di Manfria fu sottoposta a vincolo archeologico in seguito a importanti ritrovamenti di resti archeologici.

I riflettori sul grande pregio naturalistico dell’area di Manfria si accesero per la prima volta nel 1962, quando l’illustre entomologo Marcello La Greca, durante una campagna di ricerche sulla fauna psammofila della Sicilia meridionale, scoprì un piccolo invertebrato endemico, vero e proprio fossile vivente, che fu consacrato alla scienza col nome di Dociostaurus minutus . Ulteriori ricerche rivelarono la presenza di vari artropodi interessanti e molto rari sulle dune di Manfria, le cui strategie di sopravvivenza in un ambiente così particolare sono state oggetto di un intero filone di ricerche eco-etologiche di estremo interesse.

Tuttavia, nel territorio di Gela, le istanze legate alla conservazione della natura non hanno ancora stabilito molte sinergie virtuose con la politica ambientale e la pianificazione strategica. Il passo più importante, verso questa direzione è promuovere riflessioni sul rapporto uomo-ambiente, con la speranza di suscitare interesse verso un vivere “altro”, che riconosca il valore della cultura, della conoscenza, dell’interazione virtuosa, facendosi ispirare dall’essenzialità, sobria ed elegante, degli ecosistemi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

X